Cosa vuol dire essere fermi e gentili?

Essere fermi come genitori significa questo: un genitore che sa perché fa quello che fa continuerà a farlo se il suo bambino o bambina non è d’accordo, proprio come il capitano di una nave o il pilota di un aereo che sappia di avere la piena responsabilità dei suoi passeggeri.

La fermezza è un principio cardine della disciplina positiva, che vede l’adulto come fonte affidabile di sicurezza e protezione per il bambino.

Essere gentili in questo contesto vuol dire che anche se il genitore sa di stare facendo la cosa giusta per la sua famiglia e il bambino ha una reazione negativa molto forte, invece di sminuire i suoi sentirmenti o rifacciargli i suoi comportamenti, il genitore sarà in grado di riconoscere la fatica che il bambino sta facendo, legittimare le sue emozioni e porre limiti al comportamento con una comunicazione rispettosa e assertiva.

La gentilezza ha a che fare con la scelta dell’adulto di avere un approccio empatico, rispettoso e incoraggiante anziché dominante e giudicante. Anche questo è un caposaldo della disciplina positiva.

La sintesi è questa: la coerenza nel rispetto dei limiti non implica la rinuncia alla connessione emotiva.

Molto spesso lavoro con genitori che faticano a mettere limiti perché non voglio essere autoritari o prevaricanti.
Oppure con genitori che si dispiacciono per i propri modi perché non sanno come mettere limiti con gentilezza.

Li capisco, è un equilibrio difficile. Ed è proprio quando capiamo come fare che riusciamo a sentirci più sicuri ed efficaci e al contempo più connessi con i piccoli.

Faccio un esempio (non è un copione da seguire alla lettera, è uno spunto di riflessione)

“Smettila di arrampicarti sul divano, è pericoloso!” (comando senza connessione o alternative)
VS
“Sei veramente una scimmietta che sa arrampicarsi e saltare dappertutto! Cadere dal divano può essere pericoloso, adesso devo farti scendere, se vuoi arrampicarti più tardi andiamo al parco e mi fai vedere come vai in alto.” (connessione + limite + alternativa)

Ne vediamo un altro?

“E non ti permettere di sbattermi la porta in faccia!”
VS
“Non va bene sbattere la porta. Vedo che sei molto agitato, posso capirlo, ma è necessario trovare un altro modo per sfogarti.”

La senti la differenza?
Lo so che quando si è stanchi o in preda a un’emozione forte a volte è difficile mantenere la calma necessaria per mettere i limiti in questo modo, ma questa è prorio la differenza tra una genitorialità impulsiva e una consapevole: l’intenzionalità, agire coerentemente con i propri obiettivi e valori…la maggior parte delle volte! Nessuno dovrebbe chiederti di essere perfetta o perfetto, ma i tuoi figli si meritano il tuo impegno.


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