Rispettare i bambini
(ovvero come insegnare loro a rispettare se stessi e pretendere rispetto)

Ho frequentato un corso sulla prevenzione degli abusi sessuali nei confronti dei minori. Si è affrontato il tema di come creare un ambiente sicuro per i nostri bambini e come creare delle abitudini e modalità comunicative che possano aiutare a prevenire situazioni pericolose.

Mi fa piacere condividere con voi alcuni semplici ma importanti accorgimenti che potete portare da subito nella vostra vita.

Quando parliamo di prevenzione e in generale di educazione sessuale, è importante cogliere le occasioni che la quotidianità ci offre per fare arrivare un messaggio e insegnare qualcosa.
Altra cosa importante è fare da esempio, mostrare sempre il comportamento corretto piuttosto che considerare se stessi un'eccezione ("ma io sono la mamma", "io posso perché sono tuo papà).

Entrambi questi punti sono ben esemplificati nelle vignette qui sopra: l'adulto approfitta della situazione in cui si trova per ricordare al figlio che ha sempre il diritto di chiedere di non essere toccato se non gli fa piacere. Possiamo trasmettere dei messaggi importanti:
✔️ il tuo corpo è tuo
✔️ per toccare il corpo di qualcun altro è importante avere il suo consenso
✔️ se qualcuno ti fa qualcosa che non ti fa piacere hai diritto di chiedere che smetta, anche se si tratta di un adulto

Ovviante lo scopo di queste illustrazioni non è quello di dirvi di non fare il solletico ai vostri bambini, spero sia chiaro, ma di aprirvi gli occhi sul fatto che quell'interazione può offrire lo spunto per introdurre in modo naturale alcune tematiche. Non siamo abituati a pensarci ma il concetto di consenso può essere introdotto molto presto e, al di là dell'ambito della prevenzione, è estremamente utile per crescere persone rispettose e attente.

I genitori devono saper ascoltare i bambini quando questi stanno cercando di comunicare qualcosa, anche se il messaggio non è chiaro. Ricordiamoci che il comportamento è comunicazione e che noi abbiamo il dovere di prestare attenzione.

È possibile che il bambino che piange, si oppone e si impunta, stia cercando di comunicare qualcosa di grave, qualcosa da cui si sente minacciato e da cui vuole essere protetto.

È più probabile che stia cercando di comunicare un disagio o una piccola paura.

In ogni caso, è nostra responsabilità capire e decidere come rispondere in modo consapevole.

Ignorare non è ma una buona soluzione. Non solo se si parla di prevenzione, ma anche per la relazione che vogliamo costruire con i nostri bambini: è probabile che tu voglia essere la persona a cui tua figlia si rivolge sempre, anche quando è nei guai. Per diventare quella persona devi dimostrare oggi di saperla ascoltare.

Immagino che tanti genitori stiano pensando: "Sì, ma non posso perdere una giornata per ogni capriccio!" Vi dico questo: voi conoscete i vostri bambini, cercate di notare le incongruenze nei loro comportamenti. Se un atteggiamento è molto inusuale prestate particolare attenzione. Sarà comunque un'occasione per ribadire la vostra presenza.

Come si dice: "there's no such thing as too much love", ecco, io credo che non sia possibile ascoltare "troppo".

È molto comune che i bambini rifiutino di baciare o abbracciare gli adulti quando viene loro chiesto di farlo. Questo rifiuto spesso genera malumori, come se si trattasse di un affronto diretto piuttosto che dell'espressione della volontà di un altro individuo. Non ci sogneremmo mai di esigere il contatto fisico da parte di un altro adulto, e quando succede viene chiamata violenza. Allora perché lo facciamo con i bambini?

Forse ci diciamo che vogliamo insegnare loro a essere gentili, in realtà otteniamo un risultato ben diverso: il bambino nella prima vignetta, se si trova ripetutamente in una situazione simile, imparerà che i suoi sentimenti sono meno importanti di quelli degli altri.

In ottica di prevenzione degli abusi sui minori questo ha un effetto negativo perché un bambino abituato a dover compiacere, difficilmente si opporrà a un adescatore, per il timore di deluderlo o essere sgridato.

Ma anche restando su dinamiche relazionali più semplici, i bambini rimproverati per non aver mostrato affetto nel modo in cui gli altri se lo aspettavano avranno meno fiducia in se stessi e saranno più sensibili al senso di colpa.

Cosa possiamo fare, allora, per rispettare i nostri figli e non doverci sorbire le rimostranze, ad esempio, dei nonni?
✔️ insegniamo loro che possono scegliere un modo alternativo per salutare, uno che li faccia sentire a loro agio
✔️ aiutiamo i bambini a esprimere la loro volontà in modo assertivo più che "capriccioso": "non ho voglia di un bacio, possiamo salutarci da lontano?"
✔️ evitiamo di etichettarli con frasi tipo "lui non saluta mai", diamo invece loro fiducia e soprattutto diamogli la possibilità di cambiare comportamento se e quando lo vorranno: "adesso non hai voglia di abbracciare la nonna, più tardi se ti fa piacere lo farai"

Il comportamento (positivo o negativo) dei nostri bambini, così come i loro risultati scolastici o sportivi, espongono i genitori al giudizio degli altri. C’è un’associazione molto rapida e approssimativa che viene fatta con grande frequenza: brava bambina = brava mamma (e viceversa, a ogni comportamento scorretto del bambino viene giudicato il genitore).

La conseguenza è che molti genitori finiscono per vergognarsi personalmente delle difficoltà dei figli e sentirsi personalmente gratificati dai loro successi.
Questo porta molti genitori “pubblicizzare” talenti e qualità dei propri pargoli.

I bambini rischiano di diventare uno strumento in una relazione tra adulti:
vengono spinti al centro di un palcoscenico che non hanno scelto e il loro punto di vista smette di essere considerato.

Non voglio indurre nessuno a pensare che lodare i propri figli in pubblico sia sempre sbagliato, sarebbe una semplificazione altrettanto ingannevole, ma stiamo attenti a quando il nostro ego ci impedisce di vedere i loro sentimenti e le loro fragilità.

E cerchiamo di andare sempre di più verso un modo di relazionarci con gli altri libero dal giudizio.