Coaching e genitorialità

In questo articolo ti racconto numerosi parallelismi che riscontro nel mio lavoro di parent coach e nel mio ruolo di genitore. Il coaching è una metodologia meravigliosa per favorire il cambiamento, la crescita e il raggiungimento degli obiettivi desiderati. Se ci pensi, i genitori sono una sorta di coach dei loro figli. Da quando la consapevolezza sull’intelligenza emotiva si è diffusa, si è iniziato a parlare dei genitori proprio come “allenatori emotivi” dei bambini. Ma cosa significa davvero essere un "allenatore emotivo"? E come può il parent coaching aiutarti a diventare un genitore più consapevole e a supportare la crescita del tuo bambino o bambina?

Genitori come coach

Nel mio lavoro di parent coach, aiuto i genitori a stabilire e raggiungere obiettivi chiari per la loro relazione con i figli. Ogni bambino è unico, con le proprie sfide e potenzialità, e con il tempo il genitore impara a conoscerlo e comprendere i suoi bisogni, talenti e fatiche. Lo stesso vale per il mio rapporto con i genitori: non propongo soluzioni preconfezionate immaginando che possano funzionare per tutti, mi prendo il tempo di capire chi ho davanti, come sta, qual è il contesto in cui sta agendo e quali sono i suoi punti di forza. Io voglio aiutare i genitori a sentirsi sicuri ed efficaci e loro vogliono aiutare i propri figli a sentirsi sicuri e sereni. Entrambi abbiamo a cuore il benessere e il “successo” dell’altra persona. Così come io accompagno mamme e papà a tirare fuori il meglio di sé e liberarsi delle zavorre che li appesantiscono, loro mettono i bambini nelle condizioni di far emergere e scoprire le loro qualità. Per riuscirci, entrambi abbiamo bisogno di avere fiducia nel potenziale dell’altro per aiutarlo a scoprirlo e liberarlo. Avere fiducia nei miei clienti è uno degli aspetti più importanti della relazione che creo con loro. Avere fiducia in mia figlia è uno degli aspetti più importanti della mia relazione con lei.

L’importanza dell’ascolto attivo accomuna coach e genitori

Un altro parallelo tra il parent coach e la figura del genitore è la centralità dell’ascolto. Un coach esperto sa che l’ascolto attivo è fondamentale per capire le necessità del cliente e allo stesso modo un buon genitore impara ad ascoltare profondamente il proprio figlio o figlia per comprenderne i bisogni, le paure e le emozioni. Entrambi, coach e genitore, sono ascoltatori e osservatori attenti dell’altro, e raccolgono indizi che li aiutino a comprendere quale linguaggio sia più efficace con la persona che hanno davanti per motivarla, coinvolgerla, incoraggiarla e responsabilizzarla.

Genitori e coach sono figure di supporto

Sia la coach che il genitore sono figure di supporto, ma non agiscono al posto dell'altro. Una parent coach non sostituisce il genitore nel suo ruolo: lo aiuta a sviluppare consapevolezza, autonomia e fiducia nelle proprie capacità educative. Allo stesso modo, il genitore non risolve i problemi della figlia, ma la guida a sviluppare le competenze per affrontarli da sola. Questo processo rimanda al concetto di "zona di apprendimento prossimale", introdotto da Lev Vygotskij. La zona di apprendimento prossimale è lo spazio in cui un bambino può imparare e crescere con il giusto supporto, che proviene da un adulto o da un coetaneo più esperto. Il genitore, come il parent coach, aiuta il bambino a espandere questa zona, permettendogli di affrontare sfide che da solo non sarebbe ancora in grado di superare, ma senza sostituirsi a lui. In questo modo, si promuove l’autonomia, poiché il bambino acquisisce gradualmente competenze che gli permetteranno di affrontare sfide sempre più complesse in modo indipendente. È davvero lo stesso per il coaching rivolto alla genitorialità: questo tipo di supporto non crea dipendenza, ma stimola l’altro a “crescere” e mettere in pratica azioni che arricchiscano la sua fiducia in sé stesso.

La centralità dell’intelligenza emotiva

Il percorso di crescita e maturazione dei bambini è costellato di emozioni forti e spesso irragionevoli, se guardate con gli occhi degli adulti. Per imparare a riconoscere e regolare le proprie emozioni, i bambini hanno bisogno di tempo e soprattutto della possibilità di attraversarle in un contesto relazionale sicuro. La responsabilità di quel contesto è in capo ai genitori, che però spesso non hanno a loro volta ricevuto quell’educazione emotiva che consenta loro di riconoscere i propri trigger e gestire le proprie reazioni. Il parent coaching offre uno spazio dove il genitore può fare questo lavoro su di sé, raggiungendo una maggiore comprensione del proprio universo emotivo e sviluppando una maggiore consapevolezza dei propri strumenti di coping e gestione. Così, il genitore può offrire ai propri figli un esempio positivo di relazione con il proprio vissuto emotivo e guidarli, passo dopo passo, nel loro percorso di crescita emotiva.

Ci tengo a specificare che né per l’adulto né per il bambino questo processo significa reprimere le emozioni, ma riconoscerle, accettarle ed esprimerle senza lasciare che prendano il sopravvento sui processi decisionali. Il parent coaching non si limita a insegnare ai genitori delle tecniche pratiche, ma favorisce un cambiamento profondo nella loro consapevolezza, creando un ciclo virtuoso che rafforza la relazione genitore-figlio e promuove uno sviluppo emotivo equilibrato per entrambi.

Dialogo interiore e comunicazione empatica

Molto spesso i genitori cercano supporto per riuscire ad utilizzare una comunicazione meno giudicante, più positiva e incoraggiante con i loro figli, liberandosi di automatismi orientati alla critica e alla prevaricazione. Quegli stessi genitori hanno però spesso un dialogo interiore estremamente duro: sono cioè molto esigenti e giudicanti, prima di tutto verso sé stessi. Il dialogo interiore ha a che fare con le parole e i pensieri che si attivano nella nostra mente ogni volta che affrontiamo una situazione, un'emozione o una difficoltà. Quando un genitore è consapevole del proprio dialogo interiore, può evitare che pensieri automatici o reazioni impulsive prendano il sopravvento. Ad esempio, se un genitore si trova ad affrontare un “capriccio”, il dialogo interiore può aiutarlo a vedere la situazione da una prospettiva che favorisca una risposta intenzionale e calma piuttosto che reattiva. Per riuscire a fare questo però il genitore deve saper offrire anche a sé stesso generosità e comprensione quando per esempio commette un errore o prende una decisione che poi si rivela problematica.

Una parte importante del lavoro di coaching con i genitori consiste proprio nell’aiutarli a riconoscere i pensieri che alimentano le loro emozioni e a riformularli in modo più costruttivo, sia nel rapporto con i bambini che con se stessi. Un modello di dialogo interiore positivo nell’adulto diventa anche un esempio per il bambino, che potrà imparare, osservando, come utilizzare il proprio dialogo interiore per affrontare le difficoltà in modo più sano e positivo. Questo è la base per poter costruire un rapporto sano con l’errore.

Conclusioni

Ti ricordo che sia nel coaching che nella genitorialità parliamo di relazioni bi-direzionali, in cui l’efficacia cresce proporzionalmente alla curiosità e al genuino interesse nei confronti dell’altra persona.

Il parent coaching non è solo un supporto utile in un momento di difficoltà, ma un'opportunità per i genitori di maturare continuamente nel loro ruolo. Investire nel parent coaching significa investire nel benessere della famiglia. Se vuoi iniziare questo viaggio di crescita e consapevolezza, sarò felice di accompagnarti per un pezzetto della tua strada di genitore.

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